Se c’e’ un’attrattiva del PD, ancora oggi, e’ proprio la sua base, la Consolle di suoni e di voci, di persone e movimenti diversi, di esperienze locali completamente diverse, ma tutte, se miscelate bene, ancora complementari e non contrastanti. Se qualcuno avesse la decenza e il coraggio di offrire una visione, una linea che sia non tanto da comun denominatore, ma che dia le linee forti, irrinunciabili.
Mi convinco sempre più che respirare l’Italia da dove l’Italia appare come una distesa di luci, respinto dalla propria terra, ma di essa profondamente, ancora e sempre innamorato offre l’indubbio vantaggio di una visione panoramica unica; tranquilla perchè assillata solo dall’impotenza di mutare il corso innaturale delle cose. Innaturale come può sembrare a milioni di cittadini italiani sparsi in interi villaggi del Connecticut, di famiglie in Cina o del Giappone, che appartengono ora a due culture e amano ancora un paese che forse non esiste più; ma ne conoscono le componenti fondamentali.
Cosimo Pacciani ci ricorda che gli esuli si sono portati via il ricordo di radici spesso ignorate o dimenticate dai residenti.
Dopo l’ubriacatura a suon di popolo: popolo dei fax, delle genti del nuovo pudore democratico anticommunista e antistatalista, del popolo delle primarie, del centrosinistra e dell’iperbytoso popolo del web, una parola è ritornata prepotente dal passato che non muore mai : la base.
Ed è per uno di quegli accidenti della storia che ce lo ricorda uno con la barba, come quei antichi uomini che costruivano progettando, e per giunta banchiere di quella city che ci racconta pure 2 mila anni di storia assorbita e continuamente restituita più utile, più vera di prima, come se ne fosse il cuore pulsante da un’eternità.
La base è ritornata, divisa, muta, incazzata; ma è ritornata. In carne ed ossa. Uomini e donne. Adolescenti. Ed è il caos. Per fortuna dell’Italia, il caos è stato congelato da uno che di base se ne intende; allora ai suoi tempi, la base doveva essere da una parte o dall’altra, in grande maggioranza .Contava diciamo, la base.
La base è la componente fondamentale dell’humus che alimenta la radice; la quale a sua volta trasmette nuova linfa per produrre nuove foglie, nuovi rami e crescita del tronco. Non è un caso che Pacciani ci racconta di una consolle inventata negli anni sessanta a generare il miglior sound. Nonostante la tecnologia, l’innovazione. Ma dall’ascolto attraverso tanti microfoni che non perdono un solo suono di elementi diversi che, grazie alla sapiente regia di ingegneri e di produttori eccelsi, riuscivano a dar corpo a canzoni pop e rock perfette.
Quella consolle esiste ancora, muta. Come il pianeta Italia. Aspetta la rianimazione dei microfoni/sinapsi nei 10 mila punti di ascolto. La novità ora è data dalla possibilità di ascoltare soluzioni oltre che drenare problemi. La base è più colta, istruita, dotata a sua volta di microfoni e antenne. La base è più espressiva, meno timida, più scettica , meno suggestionabile e più aggressiva. Vuole essere essa, parte attiva dei corpi intermedi, filtro collettivo di sè per il mixaggio sapiente ad opera della Politica.
Il 15 luglio dell’anno scorso, all’indomani (coincidenza e profezia?) della famosa assemblea nazionale di quel PD che prese la Pastiglia anzichè la Bastiglia, Fabrizio Barca ci raccontò che era necessaria una visione politica netta che non poteva essere generata da larghe intese. Il 18 aprile, quando le camere inizieranno le votazioni per il Presidente della Repubblica, (coincidenza?) è annunciato un discorso/manifesto di Fabrizio Barca.
Quest’ultima settimana Fabrizio Barca è stato sbattuto in prima pagina e il dibattito su di lui, da strisciante (degli ultimi lunghi mesi su twitter) è diventato di piena attualità. Dopo i Blue Brothers, che si sono rivelati fratellastri, per un errore all’ufficio brevetti del PD, la coppia Barca /Renzi sì, no, ma anche e possibilmente non insieme. Ci risiamo: l’eterna dualità incinta della vocazione minoritaria.
Non una possibile relazione tra elementi di una coppia di persone che perseguono un fine, ma elemento di contrasto conflittuale , forse irriducibile, tra due princìpi e modi organizzativi. Posizionamenti interessati che nascondono timidamente desideri leciti; altri spudoratamente per preparare l’arrocco.
Invece son da coccolare, con le nostre speranze
e le nostre passioni, come quel qualcuno invocato da Pacciani: persone coraggiose capaci di indicare linee forti, fondamentali di una visione netta. Il sindaco di Firenze ed il ministro della coesione hanno dimostrato di saper fare, agire, seminando un metodo , suscitando aspettative e sistemi di controllo. Naturalmente lavorando alla consolle.
Progettare soluzioni per ridurre i problemi della base. Perchè vorremmo essere anche ciò che di buono, abbiamo ereditato dal passato. What else?
Un seguito all’art. di F.Nicodemo su:Panico Democratico – Espresso
valentino ferrara ha detto:
Interessante e condivisibile. La base è la nuova vecchia frontiera.
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angelo d'anna ha detto:
esatto; è il partito che sa parlare ed ascoltare; sa rispondere ed capace di raccogliere le soluzioni proposte dalla società.
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