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Gentile Beppe,

sono uno dei tanti cittadini italiani che ha votato PD, per l’ennesima volta dal 1974. Credo, e credo anche che molti come me, non avrei questa volta votato, se non si fosse verificato quell’evento straordinario delle primarie. Dico straordinario perchè ha riacceso la passione politica che avevo nutrito fino al 2008. E la passione, caro Beppe, riaccende la speranza. Nel mio caso personale, la speranza è, ma forse è meglio dire era, di non preparare le valigie per emigrare con la mia famiglia, composta pure da 2 bambini di 6 e 10 anni. Ci stiamo preparando da un anno ormai, con corsi di inglese, preparazione di esami da sostenere là dove andremo.Là dove l’opportunità di una vita dipende da quel che sai fare e dare a quella comunità, ricevendone in cambio rispetto e considerazione: diritti certi e doveri graditi di chi appartiene ad una comunità.

Ora quella ultima speranza di non diventare esuli, come centinaia di migliaia di nostri connazionali  negli ultimi 3-4 anni, sta evaporando. Di nuovo. Ancora e sempre; come da 25 anni a questa parte.

Ricordo il giullare, che come un cantastorie siciliano, in giro per piazze e teatri raccontava del ladrocinio elevato a sistema di governo, dopo che l’inascoltato Enrico nazionale, aveva denunciato l’occupazione dello Stato da parte dei partiti qualche anno prima.

Da allora sono cambiate le persone, gli attori, le sceneggiature, i canti ed i musicisti. Ma direttore d’orchestra e maschere no. Il Potere e la sua distribuzione ad una piccola nobiltà compassata non sono cambiati. E noi  ce n’eravamo accorti.

Ci siamo accorti che neanche la musica è quella che volevamo. Non suonata così almeno.

Ora noi vogliamo cambiare Direttore d’orchestra, le maschere e, sopratutto, vogliamo partecipare alla scrittura. Il tempo lo scriviamo, dobbiamo scriverlo  noi. Perchè  il ritmo dev’essere relazionato al tempo che ci rimane: poco.

Nel grande teatro della politica nostrana, noi saremo ancora spettatori  impotenti se non si suoneranno prima queste poche ma decisive note  in tempi brevissimi. Lo spartito è il seguente:

-eliminare una Camera; ottenendo un solo centro decisionale per le politiche nazionali. Minori tempi, minori costi per lo Stato e sopratutto, per i cittadini, e le imprese, avere tempi certi per programmare la loro vita;l’altra camera, sia delle regioni;finanziata per le sole spese di funzionamento.

-eliminare le province tutte; accorpamento dei piccoli comuni;

-definire un costo standard per le assemblee periferiche, dalle regioni ai comuni, riducendo il numero dei componenti.

-indennità ai parlamentari pari agli emolumenti dei sindaci di una grande città. Diamogli una grande responsabilità , e anche un incentivo a non lasciarsi tentare dalle debolezze dell’animo umano come Lei stesso ebbe a dire giorni fa.

-sul finanziamento pubblico ai partiti, non faccio altro che riproporre dal programma di Matteo Renzi: € 0,00. Si normino  invece le donazioni private e il conflitto di interessi a tutti i livelli, fondazioni bancarie comprese;

-una severa legge anticorruzione senza equivoci di sorta;

L’ultima questione importante è la legge elettorale: questa porcata deve finire ora.Adesso.

Come vede, Gentile Beppe, non propongo nulla che non si possa fare subito, che  genera ulteriori costi; ma ridà al paese una condizione importante ed indispensabile per uscire dalla crisi: la minor presenza soffocante, per il sistema, della politica meschina.

-l’altra questione importante è rappresentata da:

a-30 MLD, che ogni anno vengono trasferiti ad imprese, generando così, da una parte, una formidabile concorrenza sleale verso il sistema sano, dall’altra mantengono posizioni di potere che soffocano le energie sane del paese.

b-70 MLD di credito delle imprese verso la P.A.

c-liberare le risorse disponibili ma bloccate dal patto di stabilità;

d-annullare  il contratto sulla fornitura degli F-35, in considerazione dei difetti ormai noti di quell’aereo.

Le ultime elezioni, hanno dato incompiutezza al sistema politico. Non vi è maggioranza stabile.La democrazia non può svolgersi stabilmente, soggetta a condizionamenti che nulla hanno a che fare con la dialettica propria della Politica in un paese normale.

Noi sappiamo dunque che si tornerà a votare a breve. Non vi è tempo per scatenare la guerra su chi dovrà fare il Direttore d’orchestra. Del resto, a che pro?

La musica da suonare è quella, non un’altra. La maggioranza relativa degli italiani ha scelto quel Direttore, che può dirigere un’orchestra che un’ancor più grande maggioranza assoluta ha scelto, e che sa suonare perfettamente lo spartito che la stragrande maggioranza degli italiani ha scritto.

Gentile Beppe ha l’occasione ora, senza rinunciare a nulla del programma M5s, di dimostrare la genuina ambizione di rimuovere dal sistema tutto ciò che  soffoca le energie sane del paese. Proprio alla maniera con la quale gli antichi filosofi greci intendevano l’arte della scultura.

Non si trova forse già all’interno del monolite di pietra, l’opera che l’artista scoprirà togliendo uno dopo l’altro ogni pezzettino di marmo superfluo ?

Non lasci cadere quest’ultima speranza caro Beppe. Questo paese non nè può più di finti cambiamenti, di rinnovamenti, di innovazioni. Di linguaggi senza vita, di ammassi di parole dove tutto si può  confondere, promettere, negare ma mai indicare, ascoltare, condividere.

«Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.»

Che tutto questo non accada più.