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Francesco si chiede se  il PD corresse da solo e si dà le risposte come si conviene.
Condivido l’analisi e la conclusione. Manca,tuttavia, lo strumento che permette quella conclusione: come il PD può presentarsi alle elezioni NON da solo, ma in rappresentanza del centrosinistra innanzitutto. Anzi, della sinistra innanzitutto.
La precisazione non è sofisticata: la linea di distinzione tra un’ applicazione di sinistra della politica e un’applicazione di destra è più che mai viva. Perciò cominciamo da qui. Dalla distinzione.

Premetto che ho sempre considerato  il completamento del tentativo di Veltroni,  sciolto nell’acido da coloro che non sopportavano e, non sopportano tutt’ora,le vittorie altrui . Comunque, acqua passata.
Il dubbio di Francesco lo si può risolvere così:

– il PD deve indire le primarie, aperte a chiunque si riconosca nei valori della sinistra (*) e con doppio turno, senza pre-registro. Di tutto ciò ho già espresso il mio pensiero qui.
-i candidati si presentano con un programma di governo, circostanziato, e dimostrabile, numeri alla mano.
-il programma deve contenere le proposte per eliminare gli sprechi; dal Senato al consiglio di quartiere; dalle municipalizzate in qualsiasi forma di partecipazione,che producono solo debiti/perdite alle migliaia di enti governativi o similari che gestiscono tutto e il contrario di tutto.
Le primarie così regolamentate, non possono non esprimere un candidato per tutta la sinistra. Allora sì che si può correre da soli contro la destra. Mi si dirà : e il centro? Se il centro è di sinistra allora non ci sono problemi.

Ora caro Francesco il problema è proprio questo: che cosa è oggi di sinistra? Vado all’esempio più provocatore che mi è capitato di leggere proprio qui da te, ieri sera:la scelta tra la garanzia per l’individuo e il posto di lavoro.

Noi dobbiamo essere in grado di dare una risposta di sinistra a questo dilemma. Io la penso così: garantiamo la libertà dell’individuo; diamogli gli strumenti perchè in base alle proprie possibilità, e proprie scelte possa contribuire al bene suo, della sua famiglia e della società.
E’ un valore questo di sinistra, condivisibile con un centro che si richiama a valori universali? Qual’ il problema?
Non dobbiamo mica fare le alchimie di palazzo con Casini e Buttiglione, eh! Noi dobbiamo rivolgerci alle persone che si riconoscono in quei valori.

Ancora: noi dobbiamo saper spiegare che innovazione è insieme di tradizione, rivolte al futuro, ma il contrario di conservazione; conservazione dei privilegi, delle baronie universitarie, del possesso del sapere; del funzionariato pubblico formato famiglia e amici vari, del parlamentarismo abbarbicato; dei diritti e dei desideri delle coppie comunque formate, delle adozioni, di chi non può avere figli naturalmente ma possono essere aiutati dalla scienza; di metter su impresa senza essere represso fiscalmente, incentivato all’etica ed alla responsabilità sociale d’impresa. E ancora e ancora.
Mi dilungo ancora sullo strumento.
Per le primarie sono necessarie le persone che si candidano: i leader; coloro che hanno la capacità di coinvolgere un vasto seguito verso un obbiettivo comune che rappresenta gli interessi di ognuno, dei gruppi, delle comunità e delle categorie.
Questi leader aspettano che il PD determini le regole della competizione. A metà luglio occorrerà prendere delle decisioni in tal senso.
A metà luglio se vi saranno tentativi di rinvii, occorrerà prendere posizione: con le regole e tutto il PD, o con le regole senza il PD.
Il popolo PD non lo capirebbe. Le speranze disattese sarebbero micidiali e l’astensionismo dilagante.

Non voglio pensare adesso alla grande lista civica nazionale alla quale sarà necessario ricorrere, sempre che ve ne sia il desiderio da parte dei cittadini.